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La fonte rimossa : Valckenaer, Foscolo e il commento alla Chioma di Berenice

By: Material type: ArticleArticleLanguage: Italian Publication details: Ledizioni 2018Description: 1 electronic resource (258 p.)ISBN:
  • 9788867056545
Subject(s): Online resources: Summary: Nel 1803 Ugo Foscolo pubblicò a Milano un’edizione commentata della Coma Berenices catulliana. È un’opera che, a più di duecento anni di distanza, continua a risultare di problematica interpretazione nella sua ispirazione, nel suo significato, nei suoi fini: incerte sono inoltre le ragioni che spinsero il venticinquenne Foscolo a impegnarsi in un lavoro a lui così apparentemente alieno per spirito e formazione. Se fosse vero quanto dichiarato nel finale Commiato, cioè che l’unico scopo dell’autore era quello di dileggiare il metodo dei “pedanti” nel commentare un autore antico, non si spiegherebbero l’erudizione da lui stesso profusa né la serietà del risultato finale. L’ambiguità pervade in realtà tutta l’opera, che sembra procedere secondo un moto ondivago di adesioni e ripulse. È quanto si può affermare anche a proposito dei giudizi di Foscolo sui Callimachi elegiarum fragmenta, cum elegia Catulli Callimachea del grande filologo olandese L.C. Valckenaer (1715-1785), lavoro pubblicato postumo a Leida nel 1799 da J. Luzac. Pur beffardamente sottolineando in più luoghi l’estrema complessità dell’edizione valckenaeriana e la propria avversione per il modus operandi dello studioso batavo, esponente della cosiddetta schola Hemsterhusiana, Foscolo in realtà fece dei Callimachi elegiarum fragmenta una delle principali fonti del suo lavoro intorno alla Chioma di Berenice: un tacito ma decisivo contributo, i cui tratti sono qui individuati ed esaminati per la prima volta in forma sistematica.
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Nel 1803 Ugo Foscolo pubblicò a Milano un’edizione commentata della Coma Berenices catulliana. È un’opera che, a più di duecento anni di distanza, continua a risultare di problematica interpretazione nella sua ispirazione, nel suo significato, nei suoi fini: incerte sono inoltre le ragioni che spinsero il venticinquenne Foscolo a impegnarsi in un lavoro a lui così apparentemente alieno per spirito e formazione. Se fosse vero quanto dichiarato nel finale Commiato, cioè che l’unico scopo dell’autore era quello di dileggiare il metodo dei “pedanti” nel commentare un autore antico, non si spiegherebbero l’erudizione da lui stesso profusa né la serietà del risultato finale. L’ambiguità pervade in realtà tutta l’opera, che sembra procedere secondo un moto ondivago di adesioni e ripulse. È quanto si può affermare anche a proposito dei giudizi di Foscolo sui Callimachi elegiarum fragmenta, cum elegia Catulli Callimachea del grande filologo olandese L.C. Valckenaer (1715-1785), lavoro pubblicato postumo a Leida nel 1799 da J. Luzac. Pur beffardamente sottolineando in più luoghi l’estrema complessità dell’edizione valckenaeriana e la propria avversione per il modus operandi dello studioso batavo, esponente della cosiddetta schola Hemsterhusiana, Foscolo in realtà fece dei Callimachi elegiarum fragmenta una delle principali fonti del suo lavoro intorno alla Chioma di Berenice: un tacito ma decisivo contributo, i cui tratti sono qui individuati ed esaminati per la prima volta in forma sistematica.

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